La Barchessa Valmarana appartiene al ricco patrimonio artistico delle Ville Venete. La Barchessa è ciò che resta della seicentesca Villa Valmarana, un complesso edificio costituito dal corpo padronale ai cui lati si sviluppano due barchesse. Fino alla fine del 1600 la barchessa era quella parte della villa che rimaneva al servizio dell’agricoltura, come granaio, e sotto le cui arcate venivano riposte le barche (da queste si trasse poi il nome barchessa), affinché non disturbassero il normale utilizzo del Naviglio del Brenta (era infatti vietato lasciare le barche attraccate lungo il Canale).
Alla fine del secolo scorso la famiglia Valmarana, per non pagare le tasse sui beni di lusso, abbatté il corpo centrale della villa lasciando così il complesso privo della costruzione principale. Demolita l’abitazione rimasero, ai fini di utilità pratica, le due barchesse laterali che, a differenza del corpo padronale, non erano considerate edifici di lusso. Le due barchesse hanno poi un diverso destino: quella di sinistra, che ha una chiesetta dove’è sepolta una della ultime proprietarie, passa in mano a sei famiglie che ne modificano la struttura architettonica per ottenere più spazio; quella di destra, diventa prima una cantina-taverna e poi è acquistata dallo scultore Luciano Minguzzi che ne cura il restauro e ne studia gli affreschi (1964-65).
Il radicale ed accurato restauro ha portato la barchessa Valmarana al suo passato splendore: un aspetto monumentale per l’ampio porticato a doppie colonne, manifesta la funzione di rappresentanza che l’edificio era chiamato a svolgere.